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Accidenti come è difficile scovare una foto interessante tra le centinaia e centinaia pubblicate. Ma tant’è, la difficoltà nasce nel momento in cui ci s’imbatte in immagini contaminate dalla massificazione visiva, dall’abbellimento disfunzionale, dalla manipolazione esagerata usata indiscriminatamente senza che venga adeguata nel valorizzarne il momento.
Mi vengono in mente gli scatti di Uliano Lucas che nel suo contesto storico avevano un senso e una funzione, sociale e politica, senza ammiccamenti e senza manipolazioni inutili. Assolveva a una funzione critica e di protesta, con un intento realista e pragmatico. Erano tempi in cui il giornalismo di inchiesta fatto da un freelance come Lucas , aveva vita dura in patria. Insomma non si riusciva a comprendere la caparbietà, la solidità ed il valore di quelle immagini, prive di intenti spettacolari, di furbi estetismi cromatici e di scoop redditizi. Eppure Lucas, con i suoi reportage, con i suoi scatti puntuali, che rappresentavano dei saggi letterari condensati e risolti in quell’attimo di tempo, ha reso giustizia al mezzo fotografico, all’intento che era preciso, consapevole, spietato, facendo nascere e morire nello stesso istante un evento, un luogo, un volto.
Questa immagine suscita al primo approccio un senso di compressione, di definizione critica e incerta del tempo e dello spazio, della sospensione della comprensione, del monotono della coscienza. I piani, apparentemente sconnessi tematicamente, si intersecano nella rappresentazione grottesca e insulsa del quotidiano. Scenari infarciti di depistaggi informativi e culturali, una difficoltà nel discernere la verità e la giustezza delle scelte dei giocatori d’azzardo che come tali, rischiano si, ma non su se stessi o per se stessi, ma su coloro che assistono, inermi, bendati e impotenti, all’infame partita.
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Mario Aliberti 06/01/2023 11:54
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Accidenti come è difficile scovare una foto interessante tra le centinaia e centinaia pubblicate. Ma tant’è, la difficoltà nasce nel momento in cui ci s’imbatte in immagini contaminate dalla massificazione visiva, dall’abbellimento disfunzionale, dalla manipolazione esagerata usata indiscriminatamente senza che venga adeguata nel valorizzarne il momento.
Mi vengono in mente gli scatti di Uliano Lucas che nel suo contesto storico avevano un senso e una funzione, sociale e politica, senza ammiccamenti e senza manipolazioni inutili. Assolveva a una funzione critica e di protesta, con un intento realista e pragmatico. Erano tempi in cui il giornalismo di inchiesta fatto da un freelance come Lucas , aveva vita dura in patria. Insomma non si riusciva a comprendere la caparbietà, la solidità ed il valore di quelle immagini, prive di intenti spettacolari, di furbi estetismi cromatici e di scoop redditizi. Eppure Lucas, con i suoi reportage, con i suoi scatti puntuali, che rappresentavano dei saggi letterari condensati e risolti in quell’attimo di tempo, ha reso giustizia al mezzo fotografico, all’intento che era preciso, consapevole, spietato, facendo nascere e morire nello stesso istante un evento, un luogo, un volto.
Questa immagine suscita al primo approccio un senso di compressione, di definizione critica e incerta del tempo e dello spazio, della sospensione della comprensione, del monotono della coscienza. I piani, apparentemente sconnessi tematicamente, si intersecano nella rappresentazione grottesca e insulsa del quotidiano. Scenari infarciti di depistaggi informativi e culturali, una difficoltà nel discernere la verità e la giustezza delle scelte dei giocatori d’azzardo che come tali, rischiano si, ma non su se stessi o per se stessi, ma su coloro che assistono, inermi, bendati e impotenti, all’infame partita.
lucy franco 15/12/2022 18:17
non descrive ma evoca, e non è un difetto :))