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Dorme il fiato dell'estate
tra respiri ininterrotti
di pareti in ombra.
Bisbigliano in docili pieghe
fruscii di sogni
di ore sommerse.
Morde un ronzio irrequieto
ed un grillo strofina il silenzio
Lenta, una trasparenza
contrae la quiete
e fascia di stille, il risveglio
fino ai margini della sera.
Amico che condividi lo stesso cielo,
stasera
non conosci l'atroce stretta:
l'abisso in cui nuoti,
in questo mare quieto
che allarga le braccia.
Il fato talvolta si veste d'incanto,
di inebrianti profumi
per dirti qualcosa che temi.
Il bagliore mordace del suo sguardo
ha parlato,
trafitto ogni parola.
Nel fragore
la terra è scomparsa.
Sono nel vuoto
fragile particella,
avvinta al domani
alla vita.
Amico,
invidio il tuo sguardo che abbraccia il creato,
e queste dure pietre che calpesto.
Un bicchiere di vino, vuoto,
accanto alla voce di una candela spenta
ha una sera negli occhi.
La luna ha un viso breve,
in parte nascosta
da una notte altrove.
Scrivo
tracciando la vita del tempo,
mentre percorro i giorni in scandenza.
Sulla tavola
una primavera: la tua essenza.
Lacrime per Didone e per tutte le donne sole nel proprio talamo.
Poesia...ai margini (?)
Impeccabile esecuzione per rapporto cromatico e soggetto!
Terra: toccare con mano ciò che siamo e saremo.
Grazia e mestizia si sposano perfettamente.
Vita e morte: l'armonia (La pietà).
Sublime!
Toccante!
Complimenti!
M.
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Mariana Magnani 30/04/2011 23:12
Dorme il fiato dell'estatetra respiri ininterrotti
di pareti in ombra.
Bisbigliano in docili pieghe
fruscii di sogni
di ore sommerse.
Morde un ronzio irrequieto
ed un grillo strofina il silenzio
Lenta, una trasparenza
contrae la quiete
e fascia di stille, il risveglio
fino ai margini della sera.
Amico che condividi lo stesso cielo,
stasera
non conosci l'atroce stretta:
l'abisso in cui nuoti,
in questo mare quieto
che allarga le braccia.
Il fato talvolta si veste d'incanto,
di inebrianti profumi
per dirti qualcosa che temi.
Il bagliore mordace del suo sguardo
ha parlato,
trafitto ogni parola.
Nel fragore
la terra è scomparsa.
Sono nel vuoto
fragile particella,
avvinta al domani
alla vita.
Amico,
invidio il tuo sguardo che abbraccia il creato,
e queste dure pietre che calpesto.
Un bicchiere di vino, vuoto,
accanto alla voce di una candela spenta
ha una sera negli occhi.
La luna ha un viso breve,
in parte nascosta
da una notte altrove.
Scrivo
tracciando la vita del tempo,
mentre percorro i giorni in scandenza.
Sulla tavola
una primavera: la tua essenza.
Lacrime per Didone e per tutte le donne sole nel proprio talamo.
Poesia...ai margini (?)
Impeccabile esecuzione per rapporto cromatico e soggetto!
Terra: toccare con mano ciò che siamo e saremo.
Grazia e mestizia si sposano perfettamente.
Vita e morte: l'armonia (La pietà).
Sublime!
Toccante!
Complimenti!
M.
Ewa.P 27/02/2011 11:26
Bellissima!un idea favolosa!Complimenti!Ciao